Il principio su cui si basa è la forza centrifuga che permette di separare le particelle di polvere da una corrente di gas a cui sia stato imposto un moto rotatorio. Il moto rotatorio si realizza grazie all’entrata tangenziale sul corpo del ciclone; questo genera una accelerazione centrifuga che agisce sulle particelle in modo analogo alla forza peso, ma in direzione radiale.
L’efficacia di separazione dipende dalla velocità periferica del flusso e dall’inverso del raggio di curvatura. Per tale ragione si cerca di aumentare la velocità del flusso e di creare dei moti rotatori con curvatura piccola. A parità di velocità periferica l’aumento del diametro del ciclone diminuisce l’effetto centrifugo e quindi l’efficienza, tuttavia una velocità troppo elevata aumenta in modo smisurato le perdite di carico. Il corretto dimensionamento spetta quindi al progettista che ha maturato esperienza su questo tipo di applicazione.
L’efficienza di abbattimento che si può ottenere varia dal 60 all’80% a seconda delle dimensioni del particolato.
L’efficienza di separazione delle polveri più piccole può aumentare nei casi in cui la polvere stessa abbia una buona capacità flocculante o nel caso vengano trattati flussi inquinanti con alte concentrazioni di polvere (230 g/m3). Per tali motivi il ciclone viene spesso adottato come stadio iniziale in un sistema che prevede una filtrazione più fine utilizzando, ad esempio, filtri a cartucce o a maniche.
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